top of page

Piano Man


Piano Man. Ph. Fulvio Chiari

C'è una storia interessante che dice...

Iniziano sempre così.

Poi si arricchisce la cosa costruendo sugli attori un bel manto di misticismo e quindi divengono "il maestro zen", "Buddha", "Cristo", o altri personaggi comunque che abbiano un carisma ed una capacità di razzolare nell'emotivo di chi ascolta la storia e, soprattutto, nel non contestabile.

Tutto questo è comunque interessante perché serve per rafforzare il contenuto della storia, un po' come se, tale contenuto, sarebbe meno importante o meno forte, se il protagonista fosse mio zio oppure la Gina del piano di sotto. Al di là di questo, è ovvio che se leggo "101 storie zen" o il nuovo testamento non mi posso aspettare che i protagonisti siano giovani circensi russi e cameriere squillo rapite dagli alieni (per quelli ci sono i Griffin e American Dad).

Seguo il flusso dei pensieri (come sempre mentre scrivo) e mi viene in mente che facebook è divenuto la fucina dell'ignoranza e ci sono ovunque frasi celebri, o storielle, messe in bocca alle più disparate persone senza che il “postatore” compulsivo abbia la minima consapevolezza di cosa sta postando o condividendo, senza porsi il minimo problema riguardo all'attendibilità di quello che propone e, sempre più spesso, senza nemmeno capirne il senso.

D'altronde, oggi, ci si lava la coscienza mettendo un like su foto che raffigurano bambini disperati o condividendo una notizia shock (di cui ci si guarda bene verificarne le fonti), ma questo è solo un processo di anestesia della coscienza e di banalizzazione della forza che può avere la socializzazione e l'opinione pubblica. Meglio che la finisca qua, altrimenti inizio una filippica che finisce per annoiare anche me; figuriamoci lo sventurato che in una notte insonne capita a leggere queste righe...

Inoltre, qualsiasi cosa io possa scrivere, dato che io non sono "una cima", non è la rivelazione di un segreto di Fatima o lo svelarsi di un oracolo. Io sono un asino completo, come tutti, quindi diciamolo serenamente: Ormai sappiamo tutto, ma ci lasciamo annegare nella comodità della pressappochezza, nell'accogliente e sicura superficialità emotiva e nel rassicurante segno della nostra esistenza che oggi si concretizza in un like.

Davvero allora si può scindere il compositore dalla sua musica? E dallo strumento con cui viene eseguita ed infine dall'esecutore?




Featured Posts 
Recent Posts 
bottom of page